Aumenta il contagio da Covid 19 nelle carceri italiane. «Con 42 contagiati da coronavirus, il carcere di Montorio è uno degli istituti penitenziari italiani con il più alto numero di contagi. Un primato che potevamo risparmiarci. Ho saputo che ancora dieci giorni fa i sindacati avevano rappresentato i fatti e, sinceramente, non è accettabile che ancora oggi non si sia vista l’ombra di nessuno. Le scelte prese finora, in particolare quella di riservare un’area dell’istituto per i detenuti malati, è stata buona cosa, ma il rischio che non sia sufficiente è nelle cose, visti i numeri così elevati». Lo afferma in un comunicato il senatore del Partito Democratico Vincenzo D’Arienzo.

Nella giornata scorsa è giunta notizia - come riportato da Il Dubbio - che vi sarebbero circa trenta detenuti e circa venti appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria risultati positivi al tampone. La notizia del focolaio è stata confermata da Gennarino De Fazio, il leader della Uilpa polizia penitenziaria, raggiunto da Il Dubbio. Ma non solo, il rappresentante sindacale denuncia che, sempre in relazione al penitenziario veronese, è stato riferito nelle scorse settimane dell’emanazione di inviti – verbali, ma in occasioni formali quali le conferenze di servizio – rivolti dalla Direzione al personale con l’intento di dissuadere dall’utilizzo delle mascherine. Come se non bastasse, il sindacalista ha appreso che nei giorni passati i detenuti “nuovi giunti” sarebbero stati sottoposti a triage e tenuti in osservazione per soli tre giorni, a seguito dei quali in assenza di sintomatologia specifica sarebbero stati associati ai reparti detentivi in comune senza particolari, ulteriori, precauzioni.
Ora anche il senatore del PD Vincenzo D'Arienzo conferma il numero abnorme dei contagi avvenuti dentro il carcere di Montorio, a Verona. «Sinceramente, e lo dico senza polemica, pensavo che non si arrivasse fino a questo punto. Adesso, però, serve intervenire con urgenza. Ho segnalato a tutti, anche al Governo, che non si può perdere tempo. Innanzitutto, va rassicurata la popolazione carceraria che si farà di tutto per impedire la diffusione del contagio – aggiunge il senatore dem -. E va fatto con comunicazioni mirate e atti concreti e immediati, unici fatti che possono consentire uno sviluppo ordinato delle legittime preoccupazioni di tanti»
A questo si aggiunge la notizia data dal garante regionale della Campania Samuele Ciambriello sulla situazione dei contagi al carcere di Santa Maria Capua Vetere. Dopo il caso del detenuto risultato contagiato da Covid19 sabato scorso, è stata ufficializzata la positività di altri tre reclusi del penitenziario casertano. «Tutti i detenuti dell’intera sezione di oltre 130 persone, compresi i tre positivi presenti nel carcere, non presentano alcun sintomo di malattia, non necessitano di alcuna terapia e sono monitorati dai sanitari – hanno scritto Ciambriello e il provveditore regionale Antonio Fullone in una nota congiunta – Abbiamo potuto rilevare come tutti i detenuti presenti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere siano attentamente valutati e seguiti sin dall’inizio dell’emergenza e ringraziamo il personale sanitario, ai vari livelli, che è intervenuto in questi giorni con immediatezza e professionalità. A partire dalla notizia del primo caso positivo, nella notte di sabato, sono stati effettuati 200 test sierologici rapidi domenica e 200 tamponi naso- faringei lunedì, per tutti i detenuti della stessa sezione e per tutto il personale, sanitario e penitenziario, che vi lavora».
Sempre per quanto riguarda il carcere sammaritano, il Garante Ciambriello ha chiesto un intervento della Procura dopo che ha raccolto varie testimonianze di diversi familiari circa presunti pestaggi avvenuti nei confronti dei detenuti reclusi nella sezione Nilo. Pestaggi che si sarebbero verificati dopo una violenta rivolta scoppiata quando è stato confermato il primo caso di Covid 19 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Scatta l’allerta focolaio anche al carcere romano di Rebibbia. È risultata positiva al tampone una detenuta di 35 anni. Era in carcere da pochi giorni, è finita in infermeria per dei problemi dovuti a una patologia, ma poi è stata trasferita allo Spallanzani perché aveva febbre alta e affanno. Il tampone poi ha dato esito positivo. Lo Spallanzani ha chiesto alla direzione del penitenziario la sanificazione dell’infermeria e la quarantena per le altre 25 detenute che si trovavano nel presidio sanitario.
A tutto ciò si aggiunge il secondo detenuto morto per coronavirus. Dopo Vincenzo Sucato, recluso a Bologna, è stata la volta di Antonio Ribecco, recluso in attesa di giudizio a Voghera. Era da ormai due settimane all’ospedale perché il virus ha aggravato il suo stato di salute. Alla fine non ce l’ha fatta.
Nel frattempo, come anticipato in esclusiva da Il Dubbio, per la prima volta il governo italiano dovrà rendere conto – entro le 10 di martedì prossimo – alla Corte europea di Strasburgo della gestione dell’emergenza Covid 19 nelle carceri.
La questione è seria, i numeri del contagio all’interno degli istituti penitenziari sono in continua ascesa. Se dovessero essere confermati i contagi nel carcere di Verona, i numeri dei positivi ospitati nelle nostre sovraffollate patrie galere risulterebbero raddoppiati nel giro di un solo giorno.
Damiano Aliprandi
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